venerdì 5 ottobre 2012

Comunicato della Comunità delle Piagge sulla mozione contro i mendicanti approvata dal Consiglio Comunale di Firenze il 2.10.12




La Comunità delle Piagge esprime sconcerto per la mozione approvata lunedì 1 ottobre con cui il Consiglio comunale di Firenze chiede di impegnare maggiormente la polizia municipale nel contrasto del “dilagante” fenomeno della questua molesta ai semafori.
Nonostante il richiamo ad una maggiore severità nei confronti del racket dei “questuanti”, pure contenuto nella mozione proposta dal Consigliere Semplici (Lista Galli) ed alla necessità di adottare tutte le misure per integrare socialmente queste persone, gli stessi mendicanti sono però additati, nella stessa mozione, come “responsabili del senso di insicurezza da parte di donne e anziani (identificati come fascia debole della popolazione), intralcio al già pesante scorrimento del traffico e  pessimo biglietto da visita per i milioni di turisti che affluiscono a Firenze”.  Dunque, meglio contrastare radicalmente un fenomeno scomodo, rinforzando il ruolo di Istituzioni e Forze dell’Ordine.

Lo sconcerto della Comunità delle Piagge non va però solo nella direzione del contenuto dell’atto, che a gran voce denunciamo come strumento ipocrita di pulizia ed eliminazione del diverso solo perché povero e sporco, ma anche rispetto al voto bipartisan della mozione che è stata votata all’unanimità da tutti i presenti, compresi quindi molti dei Consiglieri del PD cittadino. Ci risulta, peraltro, che alcuni Consiglieri di questo partito si siano allontanati al momento del voto o che erano assenti ma non abbiamo notizia di un loro dissenso rispetto all’atto votato, laddove invece altri Gruppi politici lo hanno espresso chiaramente con comunicati tempestivi rispetto alla votazione di lunedì.

Già nell’agosto 2007 questa Comunità prese posizione contro l’odiosa ordinanza che metteva al bando i lavavetri, firmata dall’allora Assessore Cioni (confermata poi nel Regolamento di polizia approvato nel 2008) promuovendo un digiuno di protesta. La reazione di oggi non può che essere la stessa di allora: rabbia, indignazione e ribellione per un atto ingiusto che va a colpire chi non aveva fatto niente, se non cercare di sbarcare il lunario e  “mendicare” un barlume di cittadinanza in una città poco accogliente.
Anche allora, per giustificare un atto razzista e xenofobo, erano state “abusate” le parole: decoro, sicurezza, paura, ordine, legalità ed anche allora il meccanismo del consenso aveva coinvolto le forze cosiddette democratiche di sinistra. L’Ordinanza di Cioni ha, di fatto, eliminato i lavavetri e reso rarissimi i mendicanti per le strade di Firenze, cancellando quindi il diverso, quello che dà fastidio e “sporca” il decoro patinato di una città bomboniera.
Ancora oggi, come allora, riteniamo che la parola legalità non  può stare da sola, che non può essere fine a se stessa e, soprattutto, non può giustificare tutti i mezzi, compreso quello della esclusione totale. La legalità si deve coniugare con la solidarietà, con la giustizia sociale, con le politiche dell’inclusione.  Anziché costruire steccati, fabbrichiamo canali di accoglienza, generiamo idee di prossimità, forniamo delle alternative serie a chi è povero e disperato. Anziché spendere i soldi pubblici per rinforzare i presidii di polizia ai semafori,  spendiamo quegli stessi soldi per pensare e progettare una nuova idea di città finalmente accogliente e disponibile a farsi carico dei problemi di disagio e marginalità sociale.

Cantieri Solidali – Laboratorio Politico della Comunità delle Piagge

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